Tre Rifugi Val Pellice: Martin ed Enrica Dematteis conquistano la valle dei Carbonieri
Il cronista, dilettante e per diletto, è tentato dall’aprire le danze cedendo alle emozioni, prima ancora alla ammirazione della gesta dei Campioni. Occorrerebbe un nostrano Edmondo o meglio, l’inglese William o, ancora Dante a narrare come la sofferenza delle pendenze estreme del Colle Manzol possano portare a deliri onirici oppure a trasformare l’apice della salita in un moderno balcone dove il principe dei quesiti “mi vuoi sposare?” trova una (scontata) risposta positiva favorita dal comparire di un anello e suggellata da un bacio che supera le barriere di protocollo e di sudore.
Paolo e Manuela si aggiungono, grazie all’umile penna di un cronista di provincia, a Romeo e Giulietta, Paolo (l’altro) e Francesca, Lancillotto e Ginevra ed altri amori consegnati alla Storia da fatti più tragici di una salita al Colle Manzol e, pertanto, non li si prenda ad esempio se non nella pena inflitta a Paolo e Francesca che furono condannati in eterno al “cerchio dei lussuriosi”.
248 iscritti, 234 partenti, in un giorno feriale e di ferie, rappresentano altrettante emozioni e storie capaci di costruire ricordi che segneranno una vita, cosa peraltro già successa a Donato Gallo che ha portato al traguardo con passo ancora “andanceuse” 79 anni di età o a Gianni Benecchio che la Tre Rifugi l’ha corsa nelle sue 43 edizioni ufficiali e 3 “apocrife” e sognata nei 4 anni di carestia.
Le emozioni sono salite all’apice nel cerimoniale di premiazione nel ricordo di due Campioni dello sport che corrono su altri e più alti sentieri: Renato Jallà e Claudio Manfredi.
Il volo nelle emozioni trova la sua fine nella necessità di raccontare i fatti sportivi della Tre Rifugi Val Pellice edizione 43, targata Cai Uget Val Pellice e benedetta dalla Uisp, non una semplice competizione di Marcia Alpina o come si chiama adesso ma una “liturgia” che si celebra sull’altare naturale dei monti della eretica Val Pellice. La base di partenza, per necessità e virtù, è stato l’accogliente Rifugio Barbara Lowrie ed il tracciato il classicissimo Colle Manzol, Rifugio Granero, Rifugio Jervis, Colle Barant e ritorno alla meta: 21 km e 1700 metri di dislivello segnato da qualche lieve ritocco estetico.
Sul terreno di gara il piccolo grande borgo Sampeyrano (si dirà così?) di Rore ha conquistato Bobbio Pellice con uno stupefacente “en plain” targato Dematteis, di nome Martin e Enrica, ai quali vogliamo aggiungere, ad abbundantiam, la zampata dell’antico Giacomo Genti, nizzardo di residenza ma Rorese (si dirà così?) d’origine.
In campo maschile la sfida era aperta. Tra i partecipanti per la presenza di Martin Dematteis, Gianluca Ghiano, Paolo Bert, Simone Olivetti, Lorenzo Becchio ed altri papabili alla vittoria finale. In campo femminile ancora Dematteis, tradotta in Enrica, Giulia Oliaro, Anna Grignaschi e Daniela Bonnet confermavano l’alto livello tecnico presente.
A sorvegliare l’andamento della gara, dalla sua residenza di Villadossola, quel Claudio Galeazzi che nel 1991 (partenza dal Rifugio Jerwis) fermò il cronometro nella prova individuale a 2.02.14 stabilendo una incredibile migliore prestazione. La prepotenza (atletica) di Martin Dematteis si è manifestata fin dal debutto pur faticando non poco a prendere le distanze sulle asperità del “Sentiero delle capre” dagli inseguitori. Le cronache ci raccontano sul suo passaggio in solitaria al Colle Manzol (Trofeo Renè Jallà) inseguito dalla prepotenza giovanile di Gianluca Ghiano e dal passo di Paolo Bert affaticato dal recente successo nella 100 miglia saluzzese.
Al traguardo del Rifugio Barbara Martin (Sportifications) si è presentato in compagnia di Bernard (non si è mai soli nei trionfi), detentori del miglior tempo a coppie, facendo registrare lo stratosferico tempo di 2.03.32 di 1.18” superiore al miglio tempo ma che deve tenere conto delle differenze tecniche insite nel cambio partenza.
Il più tenace inseguitore forte dei suoi 21 anni e di un sicuro avvenire atletico è stato Gianluca Ghiano (Tornado) che ha ceduto “soli” 7 primi e 21 secondi al vincitore. Il Valdostano Simone Olivetti (Atl. Monterosa) ha occupato la terza posizione del podio emulando, nel rilievo crono (2.15.12), le gesta dei precursori Marco Morello e Marco Treves. Il trionfatore della 100 Miglia Paolo Bert (Pod. Valle Infernotto – 2.15.41) ha risolto a suo favore, quasi in volata, la sfida con Lorenzo Becchio (Atl. Pinerolo – 2.15.56).
Non abbiatene a noia ma in campo femminile la vittoria è andata a Dematteis, in questo caso Enrica, anch’essa di Rore e cugina dei campioni mondiali Berny e Martin… La sua battaglia ha registrato maggiori sofferenze dovendo resistere alla ferocia atletica di Giulia Oliaro (a proposito: quanta qualità c’è in questa atleta e quanta parsimonia nello spenderla!) che ha costretto la vincitrice alla volata del Colle Manzol, traguardo che assegnava il Trofeo in memoria di Claudio Manfredi.
Enrica Dematteis (Pod. Valle Varaita) ha portato a termine l’impresa in 2.50.47 distanziando di soli 2.21” la Torrese Giulia Oliaro. L’Allesandrina Anna Grignasco (Next 42.145) si insedia in terza posizione fermando il crono a 2.59.24. precedendo l’Angrognina Daniela Bonnet (3.03.22) anch’essa dal passo appesantito dalle 100 Miglia saluzzesi.
Non rimane che il doveroso ringraziamento al nuovo Comitato Direttivo, al Comune di Bobbio Pellice ed all’immenso popolo dei volontari variamente coniugato in Associazioni o Senza Fissa Dimora, che hanno permesso tutto questo.
Chiudo chiedendo scusa per avere dato precedenza alle emozioni rispetto ai trionfi sportivi ma lo sport delle Inutili Fatiche non si limita solo a produrre freddi riscontri cronometrici.
Classifica e fotografie varie sul sito www.3rifugivalpellice.it
Di Carlo Degiovanni