Lo zaino del Tor des Geants 2012
Di Carmela Vergura
C’è un tempo per tutto. Per parlare, per ridere, per piangere e per vivere. Vivere è il momento che per tutti sembra qualcosa di infinito e che invece nello stesso momento in cui ne parli è già passato. Sembra ieri ed è già quasi trascorso un anno dalla mia partecipazione al Tor Des Geants edizione 2011. Un anno fa avevo le stesse paure, le stesse profonde emozioni, le stesse ansie del pregara, gli stessi identici momenti della mente che è stanca per il troppo pensare a quello che farò la prossima settimana. E’ il tempo di affrontare nuovamente questo viaggio di oltre 330 km sulle cime della Valle D’Aosta.
Questo tempo scelto da me con molta convinzione e caparbietà e di provarci anche quest’anno. Con un anno in più sulle spalle. Lo zaino è pronto, in bella vista, adesso posso concedermi al computer per riposare un attimo la testa molto confusa al solo pensiero che deve essere lucida la prossima settimana.
Un anno fa partivo con il dubbio: cosa mi porterò nello zaino del Tor Des Geants, di questa gara-escursione o come con qualsiasi altra parola la si voglia definire, adesso io sono sicura di quello che ho messo nello zaino, ma quello che non ho dentro di me è la certezza dell’impresa. Uno sguardo al meteo.it di internet e il presagio di forti temporali c’è, e questo non è un punto a mio favore, io odio sentire freddo quando piove. Ma si parte e il tempo di riposare è ancora per poco, poi durante i 330 km ci saranno altri tempi, anche quello di pregare e di sperare che tutto vada bene, che in fondo deve essere un’avventura piacevolmente voluta. Intorno a me sono tante le persone che mi augurano il meglio per questa avventura oltre il limite, e sapere di avere tante persone a cui dedicare la gara mi rende orgogliosa. Perderò un tempo prezioso e importantissimo quando sarò in viaggio, è il momento del primo giorno di scuola della mia piccola Elisa. Le lacrime saranno spontanee all’idea che mentre io cammino lei è lì davanti il cancello della scuola, assieme agli altri bimbi e timorosa chiederà a mio marito: “papi, a che ora mi vieni a prendere?” Questo tempo non ritornerà più ed io sono convinta che me ne pentirò, ma il Tor, questo giro dei giganti, è in partenza ed io sono iscritta e non posso tirarmi indietro.
E’ il tempo delle riflessioni, avrò molto tempo davanti a me per pensare, 150 ore. Non un minuto di più, questo è il tempo massimo che ci viene concesso per portare a termine la sfida.
E’ il tempo di chiudere lo zaino e non pensarci più, si parte, o la va o la spacca. Però ho ancora qualche ora per potermi concedere il gioco con Elisa, le battute di Alessandro, di sentirmi gli auguri degli amici.
E’ il momento di dire a me stessa , forza Carmela fai vedere chi sei….un giorno a Elisa potrai raccontare il tempo della tua vita.
“«…in ogni tempo, attraverso il vento, strada facendo, dall’Himalaya all’Oceano, io vado e imparo…» Chantal Mauduit, Abito in Paradiso