37ª Maratona della Valle Intrasca
Verbania 5 giugno 2011 – Questa 37^ maratona della Valle Intrasca è stata magistralmente organizzata dal Cai di Verbania. Magistralmente è un po’ pochino, è meglio scrivere, è stata un’organizzazione eccezionale, perchè alle ore 08.00, le 144 coppie presenti sono partite dal centro di Verbania con le scarpette asciutte, ma dopo pochi minuti si è scatenato un forte temporale e lo staff di servizio sul percorso ha beccato tanta di quella acqua che forse sarebbero stati meno bagnati se si fossero immersi nel lago Maggiore. A queste temerarie persone ( e sono tutti volontari ), un sentito grazie infinito; ci avete assistito alla grande! Il tracciato di questa ottima corsa podistica in montagna ha avuto uno sviluppo di km 32,6, il dislivello positivo è risultato di 1501 metri e conseguentemente il dislivello complessivo è risultato di 3002 metri. Questa corsa podistica è tra le più datate manifestazioni di corsa in montagna a coppie. Correre in coppia non è impresa semplice, ma questa specialità in tandem è la più affascinante tra le varie sfaccettature del running in quota, perché condividere la fatica e la gioia della prestazione sportiva, insieme, è una prova socialmente molto utile e ricca di significati umani. Il GPM della corsa Verbanese è Pian Cavallone, 1500 mt. s.l.m., gli atleti hanno svettato su un declivio zigzagando in una folta quantità di rododendri fioriti.
Pian Cavallone si trova immerso nelle esclusive aree selvagge del Parco Nazionale della Val Grande nella catena montuosa tra il Monte Rosa e le alpi Svizzere. Il primo tratto di discesa, da Pian Cavallone, ha impegnato allo spasimo tutti i runner, perché l’acqua a catinelle che scendeva dal cielo ha riempito il sentiero e quindi la discesa è diventata molto difficile da affrontare, e siamo diventati dei provetti equilibristi. Sul traguardo della bella Verbania, hanno trionfato nella classifica mista le aquile Valetudo “i fratelli Brizio”, Emanuela e Mauro con il tempo di h. 3 07’57”, secondi Di Sezza Tiziana e Gasparotto Mauro 3h35’ 06”, terzi un’altra squadra Valetudo Plavan Marina e Boffetti Luca 3h37’54”, Marina e Luca per molti km. hanno cullato il sogno della medaglia d’argento, quinti gli aquilotti Vergura Carmela e Pesenti Giorgio in 3 49’20”. Nella competizione femminile prime Carretti Romina e Ferrari Francesca in h. 3 56’40”, seconde Arami Antonella e Tacchini Paola 4h07’07”, terze Marchionni Silvia e Rossetti Nicoletta 4h08’00”. Nella classifica dei camosci primi Comazzi Alberto e Chiolini Giacomo h. 2 52’ 41”, secondi Uccelli Mauro e Trisconi Stefano 2 53’52”, terzi Volpone Ivan e Minoggio Cristian 2 56’25”. Per la cronaca alle ore 08.15, per gli amanti delle maratonine è partita una manifestazione per atleti singoli di 14.4 km con una partecipazione di 60 atleti.
La maratona della Valle Intrasca si svolge nel parco della Valgrande, intorno al Lago Maggiore, questo specchio lacustre è uno dei laghi più grandi in Italia; le sue acque si estendono dalle prealpi Piemontesi, spingendosi al Canton Ticino (in territorio Svizzero); e lambiscono anche la pianura Padana. Lo specchio d’acqua del Maggiore è balenabile, Le località turistiche di questa zona presentano innumerevoli spiagge e moli da diporto, a disposizione dei milioni di visitatori che ogni anno scelgono di passare dei momenti di relax in queste eccezionali località della provincia del Verbano Cusio Ossola .
Sulle sue acque sono in servizio i battelli della Navigazione del Lago Maggiore che conducono i turisti sulle Isole del Golfo Borromeo e nei principali centri rivieraschi. Una corona di montagne cinge il bacino del Lago Maggiore, questo corollario fornisce linfa vitale ad una varietà di paesaggi unica al mondo. In un raggio di 50 km si passa da verdeggianti colline a vette e ghiacciai a quote superiori ai 4000 metri. Il cappello, tra queste alte cime Piemontesi, è il massiccio del Monte Rosa, seconda montagna per altezza dell’arco Alpino con i suoi 4633 metri di altitudine. A pochi km da Verbania si può trovare l’ingresso del Parco Nazionale Val Grande, questa area è ancora oggi molto selvaggia ed è la più estesa dell’arco alpino. Questo parco è un paradiso dalla natura incontaminata, ricco di itinerari per praticare il trekking o normali passeggiate rilassanti, della durata di uno o più giorni. Da queste parti, nel corso della stagione invernale, la parola passa agli sport invernali. L’area turistica del Lago Maggiore presenta numerose stazioni sciistiche Macugnaga, San Domenico, Domobianca, Val Formazza, Alpe Devero in Valle Vigezzo, queste località sono attrezzate per gli amanti dello sci alpino, sci nordico, scialpinismo, snowboard e camminate con le racchette da neve. In particolare la piana di Riale, sino a primavera inoltrata, è sede di allenamento delle nazionali di sci di fondo provenienti da tutto il mondo. E per una sciata con vista lago, imperdibile una salita sulla cima del Mottarone, comoda quest’ultima stazione invernale, si può raggiungere comodamente anche con una funivia, con servizio da Stresa.
Gli anziani di Verbania raccontano:Da queste parti nel 1790 viveva sulle pendici del monte Zeda un rude e perverso pastore di nome Martino, questo personaggio di Pian Cavallone si era invaghito di una bellissima bionda pastorella che nei mesi estivi viveva con le sue pecore in una baita di Pian Cavallone, nella zona dove ora è stato costruito il rifugio del Cai. La pastorella era una giovane vergine e pura come il rododendro che nasce e fiorisce proprio qui al Pian Cavallone. La bellissima ragazza non voleva saperne delle offerte d’amore che il Marlinas ( nomignolo Verbanese di Martino ), le faceva continuamente, per questa insistenza la pastorella cercava di sfuggire in ogni modo alle avance amorose del pastore. Una sera d’agosto Marlinas volle forzare le grazie della pastorella e scese dallo Zeda cavalcando un bianco cavallo; si presentò alla pastorella, rinnovando con decisione le sue odiose brame. Ai rinnovati rifiuti amorosi della pastorella, Marlinas in uno sprazzo d’ira, si lanciò sulla pastorella, le provocò violenza e la scagliò in un burrone uccidendola. Dopo il delitto il barbaro pastore rimontò sul suo cavallo bianco, ma nella fretta di fuggire dal luogo del fattaccio, arrivato verso lo Zeda, il suo cavallo inciampò e il delinquente Marlinas fini sfracellandosi in un burrone. La leggenda infine narra che il sangue della pastorella si sparse sulle pendici del Pian Cavallone, di conseguenza la zona si ricopri d’una selva sanguigna di rododendri che ancora oggi si può ammirare. (Giorgio Pesenti – Valetudo)