Gran Trail Des Ecrins 2015 (FRA) – I sogni non si possono rinchiudere, i sogni sono ali
Il racconto di Marina Plavan del Gran Trail Des Ecrins.
Quello di sabato 20 giugno per me è stato proprio un bel sogno, non ci sono parole per descrivere i luoghi attraversati in questo stupendo trail, con la Barre des Ecrins tutta bella innevata a farci l’occhiolino.
Trail des Ecrins, quattro le gare, le Maratrail des Ecrins di 40 km con 2050 mt di dislivello, il Trail du Fornel di 25 km con 1000 mt di dislivello, la Vallouisette di 13 km con 650 mt di dislivello e il Gran Trail des Ecrins di 80 km con i suoi quasi 4500 mt di dislivello. Immaginato il paesaggio, che io sentivo stupendo, non volevo perdermene neanche un metro e dunque la scelta della gara da fare è ricaduta sulla gara lunga. Una cosa che mi aveva colpito nella procedura d’iscrizione, era però la gara con meno iscrizioni ed ora so il perché. Del centinaio di partenti ne sono arrivati al traguardo solo una sessantina, complice la giornata calda che forse ha procurato non pochi problemi di crampi.
Si può dire che questo scenico percorso era composto da una parte iniziale direi veloce, la partenza era fissata ad Argentiere dapprima siamo saliti al Col de l’Aiguille per poi passare in mezzo alle Falaises de Freissinieres, altra salita sul bel Col de la Pusterle per poi giungere a Puy Saint Vincent e a Vallouise, dove la parte di gara veloce si poteva dire conclusa, da qui e cioè al 35esimo km cominciava la cosidetta tappa di vera montagna, anche se il primo tratto era tutto un saliscendi fino a les Vigneaux, e qui doveva venire il bello, sia come paesaggio che come salita, prima il Col de la Traucoulette e dopo Col de la Pisse a 2500 metri di quota. Il vento ha spazzato bene il cielo ed i nostri occhi potevano spaziare a 360 gradi, e la nostra mente immaginava già l’arrivo posto a Vallouise incuranti dei 16 km che ancora mancavano al traguardo su una pietraia con caratteristiche tecniche elevate anche per la contro-pendenza della traccia di sentiero.
Avevo capito fin dal primo ristoro, che se mantenevo la calma e moderavo la voglia di strafare mi sarei portata a casa una bella soddisfazione, ancora mi scatta il sorriso quando negli ultimi tre km ho percepito che potevo stare nei 10 assoluti e la situazione mi intrigava, vedevo delle ombre dietro di me e le gambe giravano veloci per non farmi prendere. Pochi i ristori, solo quattro, quindi grande cura per amministrare i liquidi, fortunatamente c’erano molte fontane lungo il percorso e su un percorso come questo molto nervoso che ci portava fulmineamente in fondovalle e in pochi chilometri ci riportava in quota, i ristori ci volevano forniti. La mia fatica non mi ha fatto trangugiare nulla, avevo lo stomaco vuoto, ma il mio grande sogno di finire la mia prima gara lunga dell’anno ha fatto la differenza. Ho corso la gara con quattro compagni di avventura che si alternavano in mia compagnia, due erano ragazzi francesi poi persi di vista, mentre con gli altri due atleti ho sempre alternato il passo, cosa curiosissima, uno di questi, ogni volta che arrivavo al ristoro lui era lì seduto che si riposava e si rifocillava, come mi notava mi rivolgeva un bel sorriso, mi chiamava Miss e poi ripartiva, ed io dietro a lui, in pochi km solitamente di salita, me lo perdevo per poi raggiungerlo al ristoro successivo, la mia gara era diventata un gioco di rincorsa.
Dal punto di vista agonistico, molti atleti hanno abbandonato, la soddisfazione vincente in campo maschile è stata di Giraud Saveur Hervè con 9h19’53” e nelle femmine la sottoscritta in 11h32’31”, molto coreografico l’arrivo davanti alla chiesa del paese e ho provato una grandissima soddisfazione, ero ormai in compagnia del mio Mambo, il nostro cagnolone che mi leccava ed era felice per me.
Organizzazione perfetta, tra gli organizzatori io conoscevo Patrick Michel, visto ripetutamente lungo il percorso che con il suo “ bon courage” mi ha incitato ripetutamente e Thierry il bravissimo animatore della manifestazione, il principio e la fine del trail sono avvenuti in piazza con colazione e la cena, per chiudere c’è stata una serata canora, alla quale io ho partecipato solo in parte, per il sopravvento della stanchezza.
Di Marina Plavan Valetudo Skyrunning Italia.