Nella Maratona del Cielo-Sentiero 4 luglio 2011 Emanuela Brizio della Valetudo è la nuova Campionessa Italiana Skyrunning. Tra i maschi il titolo va a Titta Scalet
Città dell’Aprica (SO) – Dopo il passaggio del giro d’Italia, domenica 3 luglio, per la rinnovata skymarathon Sentiero 4 luglio, a cavallo tra le provincie di Sondrio e Brescia, è stata una vera invasione di podisti dell’alta quota; la lista dei partenti della maratona era formata da 24 dame e 172 maschi, mentre nella mezza i partenti sono stati 16 atlete e 174 atleti.
La maratona del cielo delle due province misurava esattamente 42 km, ha presentato 5780 mt di dislivello totale, il punto più alto della marathon è stato il gpm Monte Sellero, a quota 2744 mt. s.l.m.; questa 16^ edizione era valevole come prova unica del Campionato Italiano di Skymarathon.
Quest’anno il nuovo comitato organizzatore del sentiero 4 luglio ha voluto ricordare il 150° compleanno dell’Italia unita. Per rendere la manifestazione più abbordabile a tutte le gambe è stata presentata anche la classica mezza di km 23,3, sempre con partenza in Aprica ed arrivo a Santicolo, con il dislivello totale di 3480 mt., il gpm-half è stato posto alla porta Barbione a quota 2385 mt. s.l.m.. Alle 06.45, con un cielo perfettamente azzurro e con un’arrietta molto fresca, le runner rosa della lunga e della mezza sono partite per questa esaltante avventura. Nella corta il piu’ lesto a carburare è stato il Valetudo Mikhail Mamleev seguito dal vincitore Stefano Butti e dal duo Zerboni Daniele e Semperboni Michele, nella competizione rosa Buzzoni Lisa e Bertasa Cinzia si sono distinte fin dai primi metri. Nella maratona l’aquila Valetudo super Brizio ha spiccato subito il volo e già dopo un km di salita, il suo vantaggio sulle inseguitrici è risultato subito abissale, nella gara maschile in testa alla gara si è formato subito un trio formato dal trionfatore Scalet Titta, Tavernaro Michele e da Piller Hoffer Matteo. I vincitori del gpm sul Sellero sono stati rispettivamente per le femminucce Emanuela Brizio e il camoscio veloce è stato il portacolori del Primiero Tavernaro Michele. Nella race rosa il discesone finale non ha provocato nessun ribaltone e per l’aquila Emanuela Brizio è stato un’altro trionfo nazionale. Manu ha tagliato il nastro d’arrivo a braccia alzate e con un sorriso a 360° accompagnata dal grande tempo di 5h15’01”; tra la mitica Manu e la medaglia d’argento, il distacco finale è stato 39’27”, quindi sul secondo gradino del podio un’altra Emanuela, Galesi in 5h54’28” della società Promosport Valli Bresciane, 3^ con un ritardo di bronzo di 44’59” la Tiraboschi Carolina Fly Up con un rilievo cronometrico di 6h00’00”, 4^ Domini Francesca team Montania Racing 6h27’00”, 5^ Morè Rossana Fly Up in 6h41’24”, 6^ e prima over 50 Corradini Rita Triathlon Trentino in 6 49’59”, al 10° posto la Bergamasca Altitude Chiappa Silvia.
Nella maratona maschile i chilometri finali di discesa sono stati un autentico terremoto, il primo ad accusare problemi è stato Piller Hoffer, per il corridore di Paluzza un dolore alla milza lo ha messo fuori dai giochi dal podio, poi le gambe di Michele Tavernaro hanno fatto le bizze e dei fastidiosi crampi gli hanno fatto rallentare di molto la sua azione, mentre per Titta Scalet si sono aperte le porte per la vittoria di questo campionato Italiano Skyrunning. Per il giovane skyrunner Titta del Gs Pavione tempo di 4h21’58”, 2° il forte discesista di Fiorano al Serio targato G.S. Altitude, Fabio Bonfanti Fabio, nei chilometri finali, Fabio ha fatto un mezzo miracolo e con una discesa alla Bonfanti, a cui è riuscito un’esaltante recupero che lo ha portato sul traguardo di Santicolo con un ritardo di soli 17” dalla maglia tricolore, per Bonfanti un tempo di 4h22’15”, 3° e medaglia di bronzo per Tavernaro Michele in 4h22’50” dell’Us. Primero. Molto combattuto questo Campionato Italiano, con i primi tre racchiusi in un minimo ritardo di 52”. Quarto un’altro Altitude Gotti Paolo in 4h24’09”, 5° Piller Hoffer Matteo dell’Aldo Moro di Paluzza in 4h29’52”, 6° Dapit Fulvio anche lui Aldo Moro Paluzza, 7° Menici Matteo, 8° con una stellare prestazione l’aquila Valetudo Berlinghieri Clemente, il forte atleta di Colere ha chiuso la sua fatica in 4 46’25”, 9° Danesi G. Franco, 10° Larger Paolo. Altri piazzamenti delle aquile Valetudo: 22° assoluto e 2° over 50 Baroni Antonio, 25° Castelli Angelo, 32° Gasparini Tiziano, 33° Gritti Luigi, 35° e 3° over 50 Berizzi Roberto, inoltre erano presenti Marta Stefano e Mantelli Fabrizio.
Nei chilometri finali della mezza maschile, Stefano Butti dell’Osa Valmadrera, in virtu di una freschezza invidiabile, ha impresso alla sua gara una forte andatura e con il tempo finale di 2h13’59” ha guadagnato il primato; il Valetudo Mikhail Mamleev ha pagato lo sforzo della Stava skyrace di sette giorni or sono e nella discesa finale ha accusato qualche doloretto alle gambe che non gli ha permesso di tentare la rimonta sul vincitore, chiudendo secondo in 2h15’10”. 3° Zerboni Daniele del Lanzada in 2h18’26”, 4° un’ altro Orobico, Semperboni Michele dell’Altitude in 2h19’47”. La mezza skymarathon femminile ha visto il trionfo di Buzzoni Lisa del GS Altitude in 2h53’42”, 2^ Bertasa Cinzia IZ Skyracing in 2h55’18”, 3^ Combi Lorenza del Runners Colico in 3h01’08”, 4^ da Premana Gianola Chiara e 5^ la Nembrese Pellicioli Elisa.
Leggenda: Aprica è un grazioso villaggio molto allettante dal punto di vista turistico, questo incantevole luogo di relax è fra le top località più conosciute della Lombardia, la sua ubicazione è a cavallo della piana sull’omonimo passo dell’Aprica ( mt. 1172 s.l.m. ). Questo passo alpino è un crocevia che consente il passaggio fra la Valtellina Sondrinese e l’alta Valle Camonica Bresciana. Mezzo secolo fa Aprica viveva per la sua vocazione lavorativa agro-pastorale, poi arrivato il boom economico fornito dalle nostre industrie, questo villaggio di pastori-contadini si è trasformato in un elegante agglomerato di hotel di ottima qualità ricettiva. Ad Aprica quando i bimbi non avevano la possibilità di frequentare la scuola perché non c’era la scuola e bisognava fare i Bagai con i pastori, gli anziani del villaggio, per incutere timore ai bagai ( bimbi lavoratori ), cosi da assicurarsi l’obbedienza dei mini lavoratori in erba raccontavano questa leggenda. In un antichissimo tempo, una gentile fanciulla di rara bellezza, figlia di uno dei più ricchi contadini di Aprica, il Renzin di Palabione era stata promessa in sposa a un ragazzotto di buon partito. Questa promessa avrebbe consentito alla figlia di vivere agiatamente e per l’avido padre di accrescere il proprio conto in denaro. La ragazza invece, coltivava nel proprio cuore, la possibilità di conoscere un tal giovane della montagna bello e generoso, il tale era una figura leggendaria, la fanciulla era attratta da questo tale fin da piccola, per i racconti sentiti da giovincella. Ma del giovane della montagna, fiero, forte e leale per diversi anni si erano perse le tracce e si diceva che forse era sconfinato in qualche paese lontano. Gli abitanti di Aprica lo ricercavano ancora e la ragazza voleva consumare con questo fantastico ragazzo il suo sogno d’amore. La fanciulla venne allora portata su una malga nella località del Palabione perche guarisse da questo mal d’amore. E’ proprio qui che accadde il prodigio. In una lunga notte dell’equinozio d’autunno il giovane della montagna udii le preghiere della fanciulla, sali sul Palabione e la portò via nella sua dimora il castello della Regina delle nevi, tra i ghiacciai perenni. La Regina era un essere insensibile e freddo, il suo cuore era inaccessibile ai sentimenti. Eppure alla vista del grande amore tra i due giovani dell’Aprica, si commosse e, per la prima volta il suo cuore si sciolse in un pianto a dirotto. Le lacrime della Regina si trasformarono in petali di rose che caddero sui versanti del pizzo del Palabione. Dopo questo fatto la Regina volle lasciare un altro segno della sua ritrovata commozione; da quel momento, ogni inverno, regala generosamente alla piana del passo dell’Aprica l’elemento che era sotto il suo dominio, la neve, quella neve che ammanta abbondantemente questi luoghi. Da allora questo villaggio montano, in ricordo della fanciulla che aveva creduto fino in fondo ad un amore giudicato impossibile, venne denominata Aprica.
Curiosità: Inoltre nella zona dell’Aprica il 18 agosto 2004 è stato inaugurato il sentiero tematico “Il legno è vita, il percorso è adatto a tutti i camminatori, grandi o piccini, è una ricostruzione storica dell’uso del legno nella vita della gente di montagna che, allo scopo di mantenere viva la memoria delle comuni radici, ne ripercorre i principali aspetti. (Giorgio Pesenti – Valetudo)